giovedì 18 giugno 2020

Romania vieta di insegnare gli studi di genere

Accademici, studenti e gruppi per i diritti umani rumeni hanno condannato una nuova legge che vieta gli studi sull'identità di genere nelle scuole e nelle università e ha accusato i legislatori di voler rimandare l'educazione del paese "al Medioevo".

La legge approvata martedì dai legislatori rumeni vieterebbe a tutte le istituzioni educative di "propagare teorie e opinioni sull'identità di genere secondo cui il genere è un concetto separato dal sesso biologico".

Numerosi istituti di istruzione superiore hanno

severamente condannato la legislazione, tra cui l'Università di Bucarest, in cui si afferma che "contraddice i diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione rumena e dalle convenzioni internazionali di cui la Romania fa parte".

"Il testo della legge non ha basi scientifiche ed è un chiaro esempio di interferenza nell'istruzione e nella libera espressione", è stato aggiunto.

L'Università Babes-Bolyai si è descritta come "stupita" che "una teoria accademica potrebbe essere vietata dalla legge" e ha accusato i legislatori di creare "un precedente indesiderato per l'attività accademica e scientifica".

Vlad Alexandrescu, senatore di centrodestra e professore universitario, ha scritto in un post di Facebook che con la legge "la Romania si sta allineando alle posizioni promosse da Ungheria e Polonia e sta diventando un regime che introduce politiche di pensiero".

Numerosi professori hanno già dichiarato di non aderire alla legislazione, tra cui Gelu Duminica, che insegna Sociologia all'Università di Bucarest.

Leggi anche Storie e Notizie

Nessun commento:

Posta un commento